Pakistan – I partiti si impegnano nei loro manifesti a promuovere la pace con l’India

Il simbolo elettorale della Pakistan Muslim League (Nawaz)

Elaborazione da fonte: Sameer Arshad, TNN, Apr 23, 2013, 08.32 PM IST

In vista delle elezioni dell’11 maggio i principali partiti politici pakistani si sono impegnati nei loro manifesti a promuovere la pace con Nuova Dehlī e la Pakistan Muslim League (Nawaz) ha anche proposto di farlo, collegando attraverso il proprio territorio India e Afghanistan, oltre a Iran e Repubbliche Centroasiatiche.

La proposta della PML (N), il cui leader e due volte primo ministro Nawaz Sharif è tra i maggiori concorrenti alla massima carica del Paese, è significativa perché Islamabad ha resistito a lungo al transito dei traffici commerciali tra l’India e l’Afghanistan, temendo che Nuova Dehlī stia usando Kabul per circondarla strategicamente. L’India è un donatore regionale di primo piano, con un investimento di 2 miliardi dollari, principalmente nello sviluppo delle infrastrutture in Afghanistan.

“Il Pakistan può anche sviluppare un’economia di transito fiorente, perché fornisce i più brevi itinerari di terra dalla Cina occidentale al Mare Arabico attraverso il porto di Gwadar, collega l’India con l’Afghanistan, offre strade dall’Iran all’India e l’accesso per oleodotti e gasdotti alle Repubbliche Centroasiatiche, al Mare Arabico e all’India” dice la PML (N) nel suo manifesto.

Da parte sua, il Pakistan Tehreek-e-Insaf di Imran Khan, da cui ci si aspetta una dura lotta verso la Pakistan Muslim League (Nawaz), nel suo manifesto fa eco in parte al partito rivale: “Della distensione progressiva con l’India beneficeranno entrambi i Paesi, se sarà centrata sulla risoluzione dei conflitti e sulla cooperazione, in particolare nel settore dell’energia”. Il manifesto cita la risoluzione delle controversie sul Kashmir come fatto di interesse nazionale, pur impegnandosi a non consentire che il territorio o il popolo, tra cui le sue forze armate, possano essere utilizzati da qualsiasi Nazione per la promozione della propria ideologia politica o della propria egemonia o del terrorismo o per la destabilizzare di qualsiasi Stato.

Anche la Pakistan Muslim League (Quaid), che ha governato il Pakistan tra il 2002 e il 2007, riconosce la minaccia alla sicurezza nazionale “da fonti non convenzionali” e non più proveniente “dall’aggressione militare straniera da oltre confine”, cioè dall’India. Chiede “una politica di tolleranza zero per tutti gli attori non statali che pianifichino, organizzino, addestrino o lancino attacchi militari contro qualsiasi Paese confinante”. Afferma che il Pakistan non può più usare come scusa l’argomento di “assenza di competenza in parti del Paese non governate”, perché questo significa “abdicazione ad una responsabilità fondamentale per eventi occorsi all’interno della nostra competenza territoriale”.

Il manifesto del Partito Popolare Pakistano, che il mese scorso è diventato il primo partito a completare il proprio mandato, si riconosce il merito dell’avvio di una politica di dialogo costante con i Paesi confinanti come l’India, impegnandosi a perseguire la stabilità e la pace nella regione come una priorità politica.

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