Chi finanzia le guerre in Africa?

Immagine tratta da ACLED (Armed Conflict Location & Event Data Project)

Libera traduzione da: TeleSUR, 04 noviembre

Le ricchezze minerarie e naturali dell’Africa hanno destato l’attenzione non solo di Stati Uniti, Cina o Russia, ma anche delle multinazionali petrolifere e minerarie che cercano di appropriarsi delle risorse energetiche e minerarie del continente.

Gli analisti hanno constatato che le multinazionali fingono di non vedere il flagello della guerra e alimentano i conflitti in tutta l’Africa alla ricerca di profitti.

Jakkie Cilliers, [già, N.d.T.] Direttore Esecutivo dell’Istituto per gli Studi sulla Sicurezza [da gennaio 2016 Presidente del Consiglio di Amministrazione e capo dell’African Futures & Innovation dello stesso Istituto, N.d.T.], ha detto che lo sfruttamento predatorio delle risorse economiche in tutta l’ Africa non è una novità e ha aggiunto che “c’è spesso una rete di collegamenti personali e finanziari tra Capi di Stato, membri di governo, multinazionali e società di sicurezza private che agevolano i saccheggi”.

Un esempio del comportamento di queste imprese potrebbe essere la compagnia sudafricana De Beers, leader mondiale del commercio di diamanti che comprava pietre preziose da Angola, Repubblica Democratica del Congo, Guinea, Sierra Leone e Liberia, Paesi afflitti da conflitti interni.

Secondo un rapporto di ONG europee denominato “Transazioni fatali”, il commercio di diamanti è stato valutato 42 miliardi di dollari e ha finanziato gli eserciti mercenari di Angola, Sierra Leone e Liberia.

Come il diamante, anche il petrolio è una risorsa che richiama l’attenzione degli Stati Uniti e delle maggiori compagnie petrolifere Shell, BP, Repsol, Gazprom, Texaco, che basano alcuni dei loro progetti sul petrolio africano.

Immagine tratta da “Orthodox Christian Initiative for Africa”

La posizione geostrategica del Sud Sudan, con i suoi confini meridionali a contatto con Paesi altrettanto ricchi di risorse naturali, quali Repubblica Centrafricana, Uganda e Repubblica Democratica del Congo, può essere vitale per gli Stati Uniti e le loro multinazionali con importanti interessi nella zona.

Da qui l’interesse delle principali imprese petrolifere nel cercare di finanziare i gruppi in competizione nel Sud Sudan, in quanto il conflitto si può trasferire alle nazioni vicine.

L’Ufficio delle Miniere degli Stati Uniti stima che i giacimenti dell’Africa Australe contengano quasi il 90% della produzione mondiale di platino e palladio, l’85% di quella del cromo, il 75% di quella del manganese e il 50% di quella di oro e vanadio.

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