Ḥamās – La Corte di Giustizia dell’Unione Europea elimina il Movimento di Resistenza Islamico dalla lista delle organizzazioni terroristiche

I giudici hanno rilevato che l’interdizione era basata non sull’esame delle azioni di Ḥamās, ma su “accuse di fatto derivate dalla stampa e da internet”.

Qualche ora dopo la sentenza, il Parlamento Europeo ha adottato una risoluzione di compromesso che sostiene “in linea di principio il riconoscimento di uno Stato Palestinese e la soluzione dei due Stati”

Elaborazione da fonte: BBC, 17 December 2014, 12:45 GMT; Laurence Norman, in Wall Street Journal

La Corte di Giustizia dell’Unione Europea ha annullato la decisione dell’UE di mantenere il movimento islamista palestinese Ḥamās nell’elenco dei gruppi terroristici.

La Corte ha detto che l’odierna decisione è tecnica e non una nuova valutazione della classificazione di Ḥamās come gruppo terroristico. Ha aggiunto che per il momento continuerà il congelamento dei finanziamenti al gruppo.

I suoi sostenitori lo considerano un legittimo movimento di resistenza ad Israele, contro cui ha combattuto per anni. Ḥamās, che è stata fondata nel 1987, ha vinto le elezioni parlamentari palestinesi nel 2006 e ha rafforzato il suo potere a Gaza l’anno successivo, dopo aver estromesso i suoi rivali di Fataḥ. All’inizio di quest’anno ha combattuto una guerra di 50 giorni con Israele.

Nel dicembre del 2001 il Consiglio dell’Unione Europea – che rappresenta i governi degli Stati membri – ha adottato una “posizione comune” e un regolamento per combattere il terrorismo. E ha istituito un elenco delle entità e delle persone i cui fondi sarebbe stati congelati. ‘Izz ad-Dīn al-Qassām, l’ala militare di Ḥamās, era richiamata nella lista iniziale e il suo braccio politico era stato aggiunto due anni dopo. Ḥamās aveva impugnato la decisione e oggi il Tribunale dell’Unione Europea ha rilevato che questa era stata “basata non su atti esaminati e confermati in decisioni delle autorità competenti, ma su accuse di fatto derivate dalla stampa e da internet”.

La Corte ha deciso quindi di annullare la designazione di Ḥamās, ma di mantenere temporaneamente le misure esistenti nei confronti del gruppo “al fine di garantire l’efficacia di qualsiasi eventuale congelamento futuro dei finanziamenti”. Queste misure verrebbero mantenute per tre mesi o, in caso di ricorso proposto dinanzi alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea, fino a quando questo non sia stato definito, ha aggiunto. “La Corte sottolinea che questi annullamenti per motivi procedurali fondamentali non implicano alcuna valutazione nel merito della questione della classificazione di Ḥamās come gruppo terroristico, ai sensi della posizione comune”.

Israele, gli Stati Uniti e molti altri Paesi hanno designato Ḥamās come organizzazione terroristica. Ma questa decisione è il più recente colpo per il regime delle sanzioni dell’UE. La Corte due mesi fa aveva preso una simile decisione sul gruppo delle Tigri Tamil dello Sri Lanka e per lo stesso motivo. Inoltre, durante lo scorso anno i tribunali hanno stroncato decisioni sanzionatorie dell’Unione Europea su una serie di aziende e cittadini iraniani e siriani. Il Wall Street Journal ha riferito la scorsa settimana che il congelamento da parte dell’UE dei beni di alcuni ex alti funzionari ucraini per presunta corruzione era in pericolo. L’UE sta anche affrontando problemi da parte di persone e imprese russe colpite da sanzioni.

Mūsā Muḥammad Abū Marzūq (nella foto sotto), Vice Presidente dell’Ufficio Politico di Ḥamās, ha detto che la decisione è “la rettifica di un errore storico”. “Ḥamās è un movimento di resistenza e, secondo tutte le leggi e le norme internazionali, ha un naturale diritto di resistere all’occupazione” ha detto all’agenzia di stampa Reuters.

La portavoce della Commissione Europea, Maja Kocijančič, ha detto che l’UE continuerà a “considerare Ḥamās un’organizzazione terroristica” e che avrebbe preso in considerazione la sua risposta alla decisione. Ha anche detto che l’UE si sforza sempre di garantire di aver basato le sue decisioni sanzionatorie su prove giuridiche chiare. Ma in privato funzionari dell’UE hanno riconosciuto che all’Unione potrebbe servire un ripensamento dell’intero regime sanzionatorio. Un alto funzionario dell’UE ha detto venerdì scorso che le sfide riuscite alle sanzioni dell’UE sono “un problema che sta crescendo sempre più d’importanza”.

Il Primo Ministro israeliano Binyamin Netanyahu ha detto che Ḥamās è stata una “organizzazione terroristica omicida” che dovrebbe essere immediatamente rimessa in lista. Naftali Bennett, Ministro dell’Economia israeliano e leader del partito religioso sionista HaBayit HaYehudi (La Casa Ebraica) nonché del movimento extra-parlamentare di attività sioniste Yisra’el Sheli (Mio Israele), ha definito immorale la decisione della Corte. “Israele è forte e può difendersi contro i suoi nemici, ma coloro che subiranno il rafforzamento dei gruppi terroristici saranno gli stessi Europei” ha avvertito.

Qualche ora dopo la sentenza, il Parlamento Europeo ha adottato una risoluzione di compromesso che sostiene “in linea di principio il riconoscimento di uno Stato Palestinese e la soluzione dei due Stati” e che chiede “l’avanzamento” dei colloqui di pace tra Israele e i Palestinesi. Il testo originale chiedeva il riconoscimento incondizionato, in linea con le risoluzioni approvate da diversi organi legislativi nazionali negli ultimi mesi.

Nella votazione di mercoledì a Strasburgo al Parlamento Europeo, i cinque principali raggruppamenti dei partiti politici dell’Unione Europea hanno votato a favore del testo di compromesso (498 voti a favore contro 88). La mossa politica arriva dopo che la Svezia è diventato il primo Paese dell’UE a riconoscere la Palestina. I Parlamenti di Francia, Gran Bretagna e di altri Stati membri hanno anche sostenuto il suo riconoscimento, anche se tali decisioni non sono vincolanti per i governi. La Francia sta premendo per una risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite che chieda una rapida ripresa dei colloqui di pace e fissi un termine di due anni per un accordo.

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