Tunisia – Gli Islamisti di an‐Nahḍa entrano nel governo di unità, approvato dal Parlamento

Il governo di coalizione comprende membri di Nidāʾ Tūnis, il partito secolarista del Presidente, ma anche di Ḥizb an‐Nahḍa. Il primo ministro Habīb Essid, ha dovuto rinunciare al suo precedente tentativo di formare un gabinetto a causa dell’assenza di islamisti nel governo.

Elaborazione da fonti: Al Jazeera, 05 Feb 2015 12:50 GMT; France 24, 03/02/2015

Il Parlamento della Tunisia ha approvato un governo di unità guidato dal partito laico Nidāʾ Tūnis e comprendente i suoi rivali islamisti di an‐Nahḍa (nella foto in alto a sinistra il suo Presidente Rached al-Ghannouchi), nell’ultimo passo della sua transizione verso la piena democrazia dopo la rivolta del 2011. È il primo governo formato dopo le prime elezioni libere presidenziali e parlamentari del Paese nordafricano, tenute lo scorso anno.

Il gabinetto guidato dal Primo Ministro Habīb Essid (la sua foto a sinistra), che comprende ministri di quattro partiti, è stato approvato giovedì da 166 deputati sui 217 seggi del Parlamento e rispetto ai 179 della maggioranza attesa dei parlamentari governativi. Trenta deputati si sono opposti e otto si sono astenuti, mentre Essid ha promesso “lavoro e nient’altro che lavoro” sui problemi economici e di sicurezza del Paese.

Nidāʾ Tūnis (86 deputati, a sinistra il suo logo), vincitore delle elezioni parlamentari dello scorso ottobre, detiene sei portafogli, tra cui il Ministero degli Esteri (acquisito da Taïeb Baccouche) e delle Finanze (Slim Chaker), mentre i portafogli dell’Interno, della Difesa e della Giustizia vanno a indipendenti.

Ḥizb an‐Nahḍa (69 seggi) acquisisce il Ministero del Lavoro e tre Segretari di Stato.

Oltre a Nidāʾ Tūnis e an‐Nahḍa, altri due partiti sono rappresentati nel governo: l’Unione Patriottica Libera (16 deputati), di orientamento liberale e fondato nel 2011 da Slim Riahi, ricchissimo Presidente della società sportiva Club africain; e Āfāq Tūnis (Orizzonti di Tunisia, 8 eletti), di tendenza liberal-progressista e presieduto dall’uomo d’affari franco-tunisino Yassine Brāhīm.

“Abbiamo apportato delle modifiche; si tratta di ampliare la composizione del governo, con l’ingresso di altri partiti” ha detto Habīb Essid, che aveva annunciato la formazione di un governo di coalizione lunedì 2 febbraio. Il suo precedente tentativo di formare un governo composto soltanto dal suo partito Nidāʾ Tūnis e da un altro partito era stato demolito dopo che era apparso chiaro che sarebbe stato bocciato al voto di fiducia.

L’arrivo di an‐Nahḍa (a destra il suo logo) giunge dopo che Nidāʾ Tūnis aveva condotto una campagna molto dura contro gli Islamisti per vincere le elezioni legislative. Una serie di personalità del partito hanno persino combattuto con le unghie e con i denti contro la loro entrata al governo, accusandoli di aver condotto la Tunisia al limite del caos quando erano al governo (inizio 2012-inizio 2014).

In mancanza di una netta maggioranza, alla fine i due partiti rivali hanno dovuto accordarsi. “Non c’è tempo da perdere, siamo in gara contro il tempo” aveva insistito lunedì il Capo del governo. Ministro dell’Interno dopo la rivoluzione del 2011, Habīb Essid ha collaborato con gli Islamisti nel 2012-13, ma ha anche avuto responsabilità sotto il dittatore deposto Zine el-Abidine ben Ali.

Moḥamed Ennaceur, Presidente del Parlamento e di Nidāʾ Tūnis, ha accolto con favore quella che ha definito “una larga maggioranza” nel voto di fiducia.

Nazannine Moshiri di Al Jazeera, in un report da Tunisi, ha detto: “I due principali partiti del Paese sono ora al governo e lo sono anche gli altri due partiti minori, che qui sono abbastanza popolari. Il fatto ha indebolito l’opposizione e molte persone dicono che questo è quasi come uno Stato monopartitico. Allo stesso tempo, la maggior parte dei Tunisini vuole questo nuovo governo, chiunque includa, per proseguire nella risoluzione dei problemi del proprio Paese, tra cui, in primo luogo, l’economia, la disoccupazione e i problemi sociali che hanno portato alla rivoluzione e poi i nuovi ulteriori problemi degli ultimi quattro anni, che concernono la sicurezza”. Moshiri ha anche detto che i Tunisini vedono come un esempio di democrazia il fatto che il Parlamento abbia realmente concordato su questo governo di coalizione per il futuro.

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