Repubblica Centrafricana – Lo Stato separatista di Dar al-Kuti forma un governo provvisorio, ma è giallo sull’autenticità della decisione

Elaborazione da fonti: Hilke Fischer, su allAfrica, 20 August 2104; IHS Jane’s 360, 19 August 2014; LNC, Agence Centrafricaine de Presse,  August 18, 2014

La Repubblica Centrafricana è ancora senza un governo effettivo. Nel frattempo, il 15 agosto scorso i ribelli della Séléka (la loro bandiera nella foto a sinistra) avrebbero proclamato uno Stato indipendente.

Dar al-Kuti (il Paese della foresta) è il nome del nuovo Stato, secondo un comunicato stampa del Fronte Popolare per la Rinascita del Centrafrica (Front Populaire pour la Renaissance de Centrafrique, FPRC) del 17 agosto 2014 da Birao, nella provincia di Vakaga della regione centro-settentrionale del Paese.

La decisione n° 3 del 2014 (in calce la traduzione del contenuto) elenca anche i nomi delle persone che dovrebbero guidare questo Stato. Il primo della lista è Michel Djotodia Am-Nondokro, che nel nuovo Stato di Dar al-Kuti diventerebbe presumibilmente il nuovo Capo di Stato e di Governo. Leader della Séléka, ispiratore del colpo di stato di marzo 2013, nel gennaio 2014 era stato costretto all’esilio nel Benin a seguito di forti pressioni internazionali. Poi era tornato nella Repubblica Centrafricana subito dopo che il governo del Tchad aveva ritirato le sue truppe dal Paese. La partenza di Djotodia aveva provocato attacchi di rappresaglia contro i Musulmani da parte di un gruppo di miliziani chiamati Anti-Balaka. A giugno, dal Benin, Djotodia aveva comunicato che il suo movimento composto da circa 17.000 uomini avrebbe rivendicato il potere entro la fine dell’anno. Il mese successivo Djotodia ha formato un governo parallelo a Birao, sotto la tutela del suo Fronte Popolare per la Rinascita del Centrafrica.

Un altro nome sulla lista è quello di Abakar Sabone. Dovrebbe diventare il Segretario di Stato responsabile dell’Educazione Nazionale nel Dar al-Kuti. Sabone, in un’intervista a DW, ha detto di non saperne nulla: “Djotodia non ha ancora deciso di divulgare nulla. L’idea era quella, ma questo documento non proviene da lui”. Sabone ha detto di aver visto Djotodia lo stesso giorno in cui è stato rilasciato il comunicato stampa e il capo dei ribelli della Séléka “era molto arrabbiato”. Ha immediatamente sospeso dall’Ufficio Politico Hamat Mal-Mal Essène, indicato come Segretario di Stato per lo Sviluppo Rurale, che aveva inviato la dichiarazione. Tuttavia, poco dopo, Mal-Mal Essène ha inviato una dichiarazione di non responsabilità, dicendo di essere stato vittima di un attacco informatico e di non aver nemmeno inviato il messaggio.

Dar al-Kuti è il nome di un Sultanato esistente tra il 1830 circa e il 1912 e che era situato sul territorio nord-occidentale dell’attuale Repubblica Centrafricana. Moḥamed as-Sanusi, Sultano dal 1890 al 1911, combatté contro i colonialisti francesi, di cui comunque aveva accettato il protettorato nel 1897. C’è chi oggi desidera vedere la sua eredità rivivere nella regione attorno alla città di Birao (circa 800 km a nord della capitale Bangui), che si trova al di fuori del territorio che una volta costituiva il Sultanato.

Queste informazioni non sono così sorprendenti, perché durante i negoziati di pace svoltisi alla fine di luglio a Brazzaville, capitale della Repubblica del Congo, rappresentanti del movimento ribelle Séléka avevano annunciato di volere il proprio Stato.

Ai primi di agosto Djotodia aveva respinto un alleato-chiave del suo movimento, Moḥamed Moussa Dhaffane, Presidente e fondatore della Convenzione Patriottica per la Salvezza del Paese,  per aver accettato, senza previa autorizzazione, il cessate il fuoco di Brazzaville firmato il 23 luglio con il governo centrale, ma già violato più volte. L’accordo di Brazzaville aveva aperto la strada per le dimissioni del Primo Ministro cristiano André Nzapayeké, in carica da gennaio, sostituito il 10 agosto dal tecnocrate Mahamat Kamoun, il primo premier musulmano del Paese, in precedenza Capo di Gabinetto dell’ex Presidente Djotodia (marzo 2013-gennaio 2014) e prima ancora Direttore Generale del Tesoro con il deposto Presidente François Bozizé (2003-13).

L’istituzione formale di Dar al-Kuti (al seguente link la sua bandiera e a destra una bandiera usata precedentemente) è un’ulteriore indicazione che Djotodia e la fazione della Séléka con sede a Birao, che egli conduce, non sosterrà né i colloqui di pace in corso, né avallerà l’attuale governo di transizione, senza la loro partecipazione in posizioni-chiave, come quella di Primo Ministro. Il gruppo ha visto la recente nomina di Kamoun come un ulteriore tentativo di marginalizzazione dei propri membri. Riferendosi al nuovo governo di unità nazionale, Habylah Awal, portavoce di Djotodia, ha insistito: “Non permetteremo che Catherine Samba-Panza imponga la sua volontà su di noi”. Ha inoltre aggiunto: “La Séléka è una coalizione politica e militare laica. Non è una coalizione islamista o musulmana”. L’enfasi su uno Stato laico indipendente è rivolto a prendere le distanze dai movimenti jihādisti, tra cui la nigeriana Boko Haram e quelli affiliati ad al-Qā‘ida nel nord del Mali.

Il governo del Presidente provvisorio centrafricano Catherine Samba-Panza e del Primo Ministro appena nominato Mahamat Kamoun è debole. La parte settentrionale del Paese è saldamente sotto il controllo della Séléka. Il governo, così come le forze di pace internazionali, ha poca influenza.

Il Primo Ministro Kamoun non è ancora stato in grado di formare un governo. Tuttavia, “la divisione della Repubblica Centrafricana è fuori questione” ha detto in un’intervista a DW il Ministro del Lavoro e portavoce del governo Gaston Mackouzangba, preconizzando che lo Stato di Dar al-Kuti rimarrà un sogno irrealizzabile.

A settembre circa 12.000 soldati delle Nazioni Unite dovrebbero essere dispiegati nella Repubblica Centrafricana. “Devono essere schierati anche sul territorio della Séléka, indipendentemente dal fatto che si chiami Dar al-Kuti o no” ha aggiunto Thierry Vircoulon, Direttore del Progetto per l’Africa Centrale del think tank International Crisis Group.

È molto probabile che l’esercito e gli Anti-Balaka resistano a questo tentativo da parte di Djotodia di creare uno Stato indipendente nel nord, aumentando il rischio di scontri nella parte orientale del Paese lungo il confine con il Camerun. Ciò esporrà i lavoratori delle ONG ai danni collaterali e al rischio di morte dovuti alle schermaglie. Tuttavia, senza il supporto di forze regionali e internazionali, la Repubblica Centrafricana non ha la capacità militare per evitare che il gruppo di Djotodia regga uno stato parallelo nel nord. L’esercito del Paese è attualmente sotto embargo sulle armi e ha perso molta della sua capacità sotto il breve governo di Djotodia. L’attuale governo ha più volte chiesto che le Nazioni Unite tolgano l’embargo in modo che l’esercito possa proteggere l’integrità territoriale del Paese. Tuttavia l’ONU è probabilmente preoccupata del fatto che l’esercito commetta ulteriori violazioni dei diritti umani e, se  ben armato, aumenti il rischio di una guerra regionale con il Tchad. Attualmente è anche stata sospesa l’esportazione delle sue risorse minerarie, in particolare i diamanti del nord.

Djotodia appartiene alla maggioranza musulmana del nord, mentre la maggior parte del sud, compresa la capitale Bangui, è prevalentemente cristiana. Considerata la fluidità dei confini, la popolazione musulmana del Paese ha sviluppato stretti legami con le comunità frontaliere del Tchad. Circa il 55% della popolazione della Repubblica Centrafricana è musulmana (secondo il centro di ricerca Pew) e buona parte di questa popolazione è del Tchad o di estrazioni in qualche modo tchadiane. Gli Anti-Balaka e i residenti nel sud hanno saccheggiato aziende in gran parte del Tchad e hanno ucciso migliaia di cittadini del Tchad all’inizio di quest’anno. Il deteriorarsi della situazione umanitaria nella Repubblica Centrafricana ha comportato l’impiego di forze regionali con il supporto della Francia.

Il Movimento separatista di Djotodia è ritenuto dipendere dal supporto tchadiano per diventare auto-sufficiente. Il Presidente del Tchad Idriss Déby è stato accusato di sostenere Djotodia e i ribelli della Séléka, accuse che lui nega. Ad aprile Dhaffane aveva espresso rammarico per la partenza delle forze del Tchad dalla Repubblica Centrafricana. Senza il supporto del Tchad il gruppo avrà difficoltà ad utilizzare il territorio del Tchad per preparare e espletare le sue operazioni.

“STATO DI DAR AL-KUTI 
-=-=-=-=-=-=-=- 
Fronte Popolare per la Rinascita DEL CENTRAFRICA 
-=-=-=-=-=-=-=-=-=-=-=-=-=-=-=-=- 
Presidenza dell’Ufficio Politico 
-=-=-=-=-

DECISIONE N°003-14 RECANTE LA NOMINA DEI MEMBRI DEL GOVERNO PROVVISORIO DELLO STATO DI DAR AL-KUTI. 
Vista la decisione n°002-14 del 15 agosto 2014, che ha portato alla creazione dello Stato di Dar al-Kuti; 
Visto il comunicato finale delle assise di BIRAO dal 06 al 10 luglio 2014, che ha istituito l’Ufficio Politico del Fronte Popolare per la Rinascita del Centrafrica (FPRC); 
Visto il comunicato finale delle assise di N’Délé sull’istituzione dello Stato Maggiore delle Forze Repubblicane; 
DECIDE

Articolo 1: Le seguenti personalità sono nominate membri del Governo Provvisorio dello Stato di Dar al-Kuti: 
Capo dello Stato e del Governo Provvisorio: il signor Michel DJOTODIA AM-NONDROKO

Ministri di Stato
1. Difesa Nazionale e Sicurezza Pubblica: Gl. NOUREDINE ADAM 
2. Promozione Femminile e della Gioventù: sig.ra Elodie Mahamat TABANE 
Segretari di Stato: 
3. Affari Esteri e partenariato dello Sviluppo : sig. Mamadou Moussa DANGABO 
4. Sviluppo Rurale: dr. Hamat MAL-MAL ESSÈNE 
5. Finanze e Commercio: sig. Fotor ABDEL-DJOUBAR 
6. Sanità Pubblica e Azioni Umanitarie: sig. Haroun AMALAS AMLAS 
7. Amministrazione del Territorio e della Giustizia: sig. Marcel NGAO-LOEMBE 
8. Educazione Nazionale: sig. Abakar SABONE 
9. Trasporti e Infrastrutture: sig. Abdoulaye ISSENE RAMADANE 
10. Risorse Naturali: Gl. Ousmane Mahamat OUSMANE 
11. Comunicazione e Nuove Tecnologie: sig. Awal HABILA.

Articolo 2: La presente Decisione, che ha effetto dalla data della firma, sarà registrata, notificata alla comunità internazionale e pubblicata ovunque sia necessario.

Fatto a Birao, il 17 agosto 2014

Il Presidente dell’Ufficio Politico

Michel DJOTODIA AM-NONDROKO

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