Regno del Marocco – Il Partito islamista Giustizia e Sviluppo vince le elezioni legislative

Il PJD è oggi l’unico partito islamista a guidare un governo nel mondo arabo

Il Primo Ministro uscente e Segretario Generale del PJD Abdelilāh Benkirane al voto

Elaborazione da fonti: bladi.net, 8 octobre 2016, 14h55; Le Figaro

I risultati definitivi delle elezioni parlamentari che si sono svolte ieri in Marocco sono adesso noti.

Il Partito Giustizia e Sviluppo, talvolta paragonato ai Fratelli Musulmani egiziani (un confronto che rifiuta), vince la sua scommessa di un secondo mandato alla testa di un governo di coalizione per “portare avanti la riforma”, come ha costantemente ribadito durante tutta la campagna. Abdelilāh Benkirane, Primo Ministro uscente e Segretario Generale del PJD, sarà dunque ancora Primo Ministro, a meno che il Re Moḥammed VI – secondo Costituzione – non scelga una personalità diversa sempre appartenente al partito vincitore delle elezioni, in questo caso il PJD.

Ecco i seggi ottenuti da ciascun partito politico:

Liste elettorali locali:

  • Partito Giustizia e Sviluppo: 98 seggi
  • Partito Autenticità e Modernità (di ispirazione laico-progressista): 81 seggi
  • Ḥizb al-Istiqlāl (Partito dell’Indipendenza, di ispirazione nazionalista): 35 seggi
  • Raduno Nazionale degli Indipendenti (di ispirazione liberale): 28 seggi
  • Movimento Popolare (di ispirazione berberista): 20 seggi
  • Unione Costituzionale (di ispirazione liberal-conservatrice): 15 seggi
  • Unione Socialista delle Forze Popolari (di ispirazione social-democratica): 14 seggi
  • Partito del Progresso e del Socialismo (già Partito Comunista del Marocco): 7 seggi
  • Movimento Democratico e Sociale (di centro-destra): 3 seggi
  • Federazione della Sinistra Democratica (di ispirazione socialista): 2 seggi
  • Partito dell’Unità e della Democrazia (di ispirazione conservatrice): 1 seggio
  • Partito della Sinistra Verde (di ispirazione eco-socialista): 1 seggio

Liste elettorali nazionali:

  • Partito Giustizia e Sviluppo: 27 seggi
  • Partito Autenticità e Modernità: 21 seggi
  • Ḥizb al-Istiqlāl: 11 seggi
  • Raduno Nazionale degli Indipendenti: 9 seggi
  • Movimento Popolare: 7 seggi
  • Unione Costituzionale: 6 seggi
  • Unione Socialista delle Forze Popolari: 5 seggi
  • Partito del Progresso e del Socialismo: 4 seggi

Questi dati devono essere approvati dalla Commissione Nazionale di Statistica.

Al termine di questa giornata di voto, il Partito Giustizia e Sviluppo (il suo logo nell’immagine a lato) ha consolidato quindi la sua posizione dominante nella scena politica del Marocco, dove il Re, Capo dello Stato e “Comandante dei credenti”, rimane l’unico decisore sulle questioni strategiche: quelle internazionali, della sicurezza e dell’economia.

Venerdì sera Abdelilāh Benkirane, andato ad incontrare gli attivisti nella sede del suo partito a Rabat, ha salutato “un giorno di gioia e di letizia per i Marocchini”. “Nonostante i complotti di alcuni, la gente ha votato in massa per il partito. (…) I nostri risultati sono eccellenti”, si è felicitato. Nel tardo pomeriggio il PJD aveva infatti chiesto “l’intervento urgente” del Ministero dell’Interno per fermare gli “abusi” da parte di funzionari di quel ministero che – secondo quanto denunciato – hanno contaminato le elezioni e hanno cercato di favorire il Partito Autenticità e Modernità. Critiche respinte dal Ministro Moḥamed Hassad, che ha salutato il “buon funzionamento” di queste elezioni “trasparenti”.

Nel 2011 il PJD aveva ottenuto una vittoria storica. Pochi mesi prima, Re Moḥammed VI aveva guidato una revisione costituzionale per calmare il “Movimento 20 Febbraio”, la versione marocchina della Primavera araba. Dopo che un referendum costituzionale approvato il 1° luglio 2011 con il 98% di voti favorevoli aveva ridefinito il potere del Re e aveva garantito maggiore potere al Parlamento, il 25 novembre alle elezioni parlamentari il Partito Giustizia e Sviluppo aveva conquistato 107 dei 395 seggi, esautorando lo schieramento nazionalista di Ḥizb al-Istiqlāl del Primo Ministro ‘Abbās al-Fāsi. Quattro giorni dopo, era stato proclamato Primo Ministro Abdelilāh Benkirane, parlamentare dal 14 novembre 1997 e leader da luglio 2008 del partito vincitore delle elezioni, condotto sulla base del binomio Democrazia e Islamismo.

Nato a Rabat il 4 aprile 1954, all’epoca del Sultano Sīdī Moḥammed ben `Arafa al-`Alawī, Benkirane negli anni giovanili ha fatto parte della Jami’at ash-Shabiba al-Islāmiyya (Gruppo della Gioventù Islamica), per poi fondare assieme ad altri al-Islah wa at-Tawḥīd (Riforma ed Unicità) nel 1982 e aderire nel 1996 al Mouvement Populaire Démocratique et Constitutionnel. Dal 1998 è entrato a far parte del Partito Giustizia e Sviluppo.

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